TUI Fly – Boeing 737-300

12 10 2009

Foto di un boeing 737-300 (numero di registro D-AGEJ) in fase di decollo all’aeroporto di Venezia della compagnia tedesca TUI Fly.

Sul lato sinistro dell’aereo vi è l’effigie di Bach e la sponsorizzazione della città di Leipzig.

Boeing 737-300 con livrea dedicata a Bach

Boeing 737-300 con livrea dedicata a Bach

Sul lato opposto invece è visibile l’effigie di Handel e la sponsorizzazione della città natale Halle.

Boeing 737-300 con livrea dedicata a Handel

Boeing 737-300 con livrea dedicata a Handel

TUI Fly, fondata nel gennaio del 2007, nasce dalla cooperazione tra due compagnie indipendenti: la Hapag-Lloyd Flug GmbH e Hapag-Lloyd Express GmbH.

La compagnia, che detiene una flotta composta da 44 Boeing 737 (di cui 41 Next Generation), è controllata al 100% da TUI AG, che rappresenta la più grande azienda turistica del mondo.

La TUI AG, ha infatti sviluppato nel corso degli anni una imponente strategia di integrazione verticale con l’obiettivo di avere un maggiore controllo sulla propria filiera; oltre a TUI Fly, il gruppo detiene altre compagnie aeree quali Arkefly (Olanda), Corsairfly (Francia), Jetairfly (Germania), Thomson Airways (UK), TUIFly Nordic (Svezia), Jet4you (Marocco).

Quanto esposto consente di fare alcune riflessioni sul concetto delle acquisizioni di compagnie aeree da parte dei tour operator.

Molto spesso accade che i maggiori TO decidano di fondare o acquisire una compagnia aerea con l’obiettivo di avere una maggiore flessibilità nella gestione del proprio flusso turistico e, allo stesso tempo, evitare l’acquisto di allotment da altre compagnie charter (che normalmente avviene con elevato anticipo e con la classica clausola “vuoto per pieno”).

La questione dunque è se vi sia realmente un interesse sostanziale nell’acquisizione di una compagnia aerea; il Tour operator si trova di fronte infatti a nuovi problemi legati al coeficente di riempimento dell’aeromobile, alla gestione di più voli settimanali verso una stessa destinazione per cercare di risolvere il problema legato al riempimento delle proprie strutture ricettive; il tutto risulta alquanto complesso se non si dispone di una flotta consistente e, in ogni caso, si è costretti a vendere allotment per riempire l’aeromobile.

Un caso significativo è sicuramente quello di Ventaglio e la propria compagnia Livingston (non a caso Ventaglio sta cercando dei possibili acquirenti per il proprio vettore).

In conclusione dunque sembra che la creazione di una compagnia aerea non risulti così conveniente se l’unico scopo è quello di favorire una maggiore efficienza nella gestione del TO; molto probabilmente diverso è il discorso se l’acquisizione/creazione di un vettore avviene all’interno di un più ampio progetto finanziario tipico delle grandi Holding.